Cenere-Il castello incantato
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Si inaugura alle
ore 18.30 di venerdì 20 settembre 2019 presso il Castello di Carini (PA), la rassegna di Momò Calascibetta e Dario Orphée La
Mendola Cenere – Il castello incantato,
a cura di Andrea Guastella.
ore 18.30 di venerdì 20 settembre 2019 presso il Castello di Carini (PA), la rassegna di Momò Calascibetta e Dario Orphée La
Mendola Cenere – Il castello incantato,
a cura di Andrea Guastella.
Da Kafka in
avanti, i castelli sono luoghi di violenza e di sopraffazione. Qualcosa del
genere, secondo gli autori della mostra, accade in arte: un mondo che, lungi da
appartenere ai soli artisti, è guidato da figure che, obbedendo a logiche
rigidamente commerciali, sovente riducono gli autori (e le loro opere) a
ingranaggi, meccanismi di un sistema incomprensibile. Dario Orphée, in
particolare, ha raccontato in un suo scritto, La cenere dell’acanto, di
una mostra in Sicilia nata morta. Momò Calascibetta invece i morti li ha
risuscitati, esaltandoli in riquadri dove i “signori dell’arte” sono condannati
a ripetere in eterno i medesimi esercizi. E tuttavia la rassegna, lungi da
ridursi a una critica, è da leggersi come “incantata” celebrazione della
pittura – ma anche dei soggetti effigiati: se sono presenti conteranno pur
qualcosa – e come riflessione semiseria sul rapporto dell’uomo con il tempo e
con la fine. Che non a caso nell’eternità dell’arte coincide col principio.
avanti, i castelli sono luoghi di violenza e di sopraffazione. Qualcosa del
genere, secondo gli autori della mostra, accade in arte: un mondo che, lungi da
appartenere ai soli artisti, è guidato da figure che, obbedendo a logiche
rigidamente commerciali, sovente riducono gli autori (e le loro opere) a
ingranaggi, meccanismi di un sistema incomprensibile. Dario Orphée, in
particolare, ha raccontato in un suo scritto, La cenere dell’acanto, di
una mostra in Sicilia nata morta. Momò Calascibetta invece i morti li ha
risuscitati, esaltandoli in riquadri dove i “signori dell’arte” sono condannati
a ripetere in eterno i medesimi esercizi. E tuttavia la rassegna, lungi da
ridursi a una critica, è da leggersi come “incantata” celebrazione della
pittura – ma anche dei soggetti effigiati: se sono presenti conteranno pur
qualcosa – e come riflessione semiseria sul rapporto dell’uomo con il tempo e
con la fine. Che non a caso nell’eternità dell’arte coincide col principio.
Inaugurata presso la Farm di Favara, Cenere ha gi
toccato il Polo Museale A. Cordici di Erice, l’ex chiesa di San Giovanni a
Gela, Palazzo La Rocca a Ragusa, il Museo Mandralisca a Cefalù, Palazzo
Beneventano a Lentini, il Museo Civico di Termini Imerese, il Museo Riso a
Palermo, l’ex convento di San Francesco di Paola di Castelvetrano. La mostra
sarà visitabile presso il Castello di Carini sino al 19 ottobre 2019. Seguiranno
tappe italiane ed europee.
toccato il Polo Museale A. Cordici di Erice, l’ex chiesa di San Giovanni a
Gela, Palazzo La Rocca a Ragusa, il Museo Mandralisca a Cefalù, Palazzo
Beneventano a Lentini, il Museo Civico di Termini Imerese, il Museo Riso a
Palermo, l’ex convento di San Francesco di Paola di Castelvetrano. La mostra
sarà visitabile presso il Castello di Carini sino al 19 ottobre 2019. Seguiranno
tappe italiane ed europee.
Momò Calascibetta nasce a Palermo. Si laurea in
architettura con Gregotti ma sceglie di dedicarsi esclusivamente alla pittura;
pittura che Leonardo Sciascia definirà “il racconto dettagliato
dell’imbestiamento di una classe di potere già sufficientemente imbestiata
nella più lata avarizia e nella più lata rapacità…”. I suoi personaggi hanno
assistito “alla caduta degli dei” ma conservano l’imprinting del mito più alto; i suoi “relitti umani” divorano con
cupidigia, godono e si preparano all’atto unico, forse finale, dell’effusione
amorosa, della totale consunzione carnale dell’individuo, del deliquio dei
sensi nella sfrenatezza di un’avida passione. Nel 1982 si trasferisce a Milano
dove nascono Comiso Park, Piazza della Vergogna, De l’amour, Labirinto Verticale: serie di opere che verranno esposte alla
Fondazione Corrente, alla Fondazione Mudima, alla Galleria Jannone, alla
Galleria Daverio ed in fiere internazionali come Arte Fiera di Bologna, MiArt,
Artexpo New York Coliseum, Art Basel, Arco Fiera di Madrid. Nel 2002 la
Fondazione Mudima, a cura di Philippe Daverio, organizza una mostra-evento dal
titolo Terromnia, dove vengono per la
prima volta raccolte le sculture e i dipinti più rappresentativi di tutte le
serie. La mostra susciterà l’interesse di Gillo Dorfles, Alessandro Riva, Marco
Meneguzzo, Liana Bortolon e Giovanni Quadrio Curzio. Nel 2004 è ospite coi suoi
lavori alla trasmissione Passepartout
di Philippe Daverio su RAI 3 e nel 2005 un suo grande dipinto, Il gelato di Tariq, viene utilizzato per
l’allestimento del set delle nove trasmissioni estive di Passepartout. Memorabile la sua esperienza di (non) partecipazione
alla Biennale di Venezia del 2005, in occasione della quale organizza il
progetto collaterale Esserci al
Padiglione Italia, mostra di protesta contro un “mondo dell’arte” dominato
da lobby finanziarie cieche ed arroganti, sempre più separate dalla vita reale.
Nel 2005 col progetto Plotart a cura
di Gianluca Marziani è coinvolto in diverse gallerie d’arte in Europa (Studio
Senko, Danimarca; Dot Galerie, Svizzera; Fondazione Carlo Molineris, Svizzera;
Galerie Kiron, Francia; Rar Galerie, Olanda; Galerie Hartdiest, Belgio; Blanca
Soto, Spagna; Galleria Arturarte, Italia; La Sala Naranja, Spagna). Data al
2007 un’antologica intorno al tema del “sorriso” a cura di Vincenzo Consolo al
Museo Mandralisca di Cefalù e al 2009 l’acquisizione di una sua opera al Museo
Guttuso di Bagheria. Nel 2016 è il turno di Momeide,
un’antologica alla Civica Raccolta Cappello a Ragusa, a cura di Andrea
Guastella, e nel 2017 di un’istallazione alla Farm Cultural Park di Favara da
titolo provocatorio Agrigentèrotique,
a cura di Dario Orphée. Cenere,
l’ultimo progetto itinerante realizzato in collaborazione con lo scrittore
Dario Orphée e a cura di Andrea Guastella, lo vede presente dal 2018 al 2019
nei principali siti espositivi e musei della Sicilia, terra in cui l’artista,
come hanno rilevato Sciascia, Bufalino e Consolo, è profondamente radicato. E
anche in questo ciclo non vengono meno i tratti del disegnatore satirico di
razza evidenziati un po’ da tutti i critici – da de Micheli a Soavi, da Dentice
a Testori, da Daverio a Dorfles a Meneguzzo – che lo hanno seguito da vicino.
architettura con Gregotti ma sceglie di dedicarsi esclusivamente alla pittura;
pittura che Leonardo Sciascia definirà “il racconto dettagliato
dell’imbestiamento di una classe di potere già sufficientemente imbestiata
nella più lata avarizia e nella più lata rapacità…”. I suoi personaggi hanno
assistito “alla caduta degli dei” ma conservano l’imprinting del mito più alto; i suoi “relitti umani” divorano con
cupidigia, godono e si preparano all’atto unico, forse finale, dell’effusione
amorosa, della totale consunzione carnale dell’individuo, del deliquio dei
sensi nella sfrenatezza di un’avida passione. Nel 1982 si trasferisce a Milano
dove nascono Comiso Park, Piazza della Vergogna, De l’amour, Labirinto Verticale: serie di opere che verranno esposte alla
Fondazione Corrente, alla Fondazione Mudima, alla Galleria Jannone, alla
Galleria Daverio ed in fiere internazionali come Arte Fiera di Bologna, MiArt,
Artexpo New York Coliseum, Art Basel, Arco Fiera di Madrid. Nel 2002 la
Fondazione Mudima, a cura di Philippe Daverio, organizza una mostra-evento dal
titolo Terromnia, dove vengono per la
prima volta raccolte le sculture e i dipinti più rappresentativi di tutte le
serie. La mostra susciterà l’interesse di Gillo Dorfles, Alessandro Riva, Marco
Meneguzzo, Liana Bortolon e Giovanni Quadrio Curzio. Nel 2004 è ospite coi suoi
lavori alla trasmissione Passepartout
di Philippe Daverio su RAI 3 e nel 2005 un suo grande dipinto, Il gelato di Tariq, viene utilizzato per
l’allestimento del set delle nove trasmissioni estive di Passepartout. Memorabile la sua esperienza di (non) partecipazione
alla Biennale di Venezia del 2005, in occasione della quale organizza il
progetto collaterale Esserci al
Padiglione Italia, mostra di protesta contro un “mondo dell’arte” dominato
da lobby finanziarie cieche ed arroganti, sempre più separate dalla vita reale.
Nel 2005 col progetto Plotart a cura
di Gianluca Marziani è coinvolto in diverse gallerie d’arte in Europa (Studio
Senko, Danimarca; Dot Galerie, Svizzera; Fondazione Carlo Molineris, Svizzera;
Galerie Kiron, Francia; Rar Galerie, Olanda; Galerie Hartdiest, Belgio; Blanca
Soto, Spagna; Galleria Arturarte, Italia; La Sala Naranja, Spagna). Data al
2007 un’antologica intorno al tema del “sorriso” a cura di Vincenzo Consolo al
Museo Mandralisca di Cefalù e al 2009 l’acquisizione di una sua opera al Museo
Guttuso di Bagheria. Nel 2016 è il turno di Momeide,
un’antologica alla Civica Raccolta Cappello a Ragusa, a cura di Andrea
Guastella, e nel 2017 di un’istallazione alla Farm Cultural Park di Favara da
titolo provocatorio Agrigentèrotique,
a cura di Dario Orphée. Cenere,
l’ultimo progetto itinerante realizzato in collaborazione con lo scrittore
Dario Orphée e a cura di Andrea Guastella, lo vede presente dal 2018 al 2019
nei principali siti espositivi e musei della Sicilia, terra in cui l’artista,
come hanno rilevato Sciascia, Bufalino e Consolo, è profondamente radicato. E
anche in questo ciclo non vengono meno i tratti del disegnatore satirico di
razza evidenziati un po’ da tutti i critici – da de Micheli a Soavi, da Dentice
a Testori, da Daverio a Dorfles a Meneguzzo – che lo hanno seguito da vicino.
Nato ad Agrigento, Dario
Orphée ha conseguito la maturità scientifica e la laurea magistrale in
filosofia. Insegna Estetica ed Etica della Comunicazione presso l’Accademia di
Belle Arti di Agrigento e Progettazione delle Professionalità presso
l’Accademia di Belle Arti di Catania. Critico e curatore indipendente,
collabora con numerose riviste – scrivendo di critica d’arte e teatrale,
estetica, filosofia della natura e filosofia dell’agricoltura – tra cui
“Segno”, “Il Pickwick”, “Permacultura & Transizione” e “Balarm”.
Attualmente si occupa dello studio del sentimento, di gnoseologia dell’arte, di
estetica ecobiologica e di scienze naturali.
Orphée ha conseguito la maturità scientifica e la laurea magistrale in
filosofia. Insegna Estetica ed Etica della Comunicazione presso l’Accademia di
Belle Arti di Agrigento e Progettazione delle Professionalità presso
l’Accademia di Belle Arti di Catania. Critico e curatore indipendente,
collabora con numerose riviste – scrivendo di critica d’arte e teatrale,
estetica, filosofia della natura e filosofia dell’agricoltura – tra cui
“Segno”, “Il Pickwick”, “Permacultura & Transizione” e “Balarm”.
Attualmente si occupa dello studio del sentimento, di gnoseologia dell’arte, di
estetica ecobiologica e di scienze naturali.
INFO
Mostra: Cenere – Il castello incantato
Autori: Momò Calascibetta, Dario Orphée La Mendola
Curatore: Andrea Guastella
Luogo:
Castello di Carini
Castello di Carini
Inaugurazione: venerdì 20 settembre 2019, ore 18.30
Durata : 20 settembre -19 ottobre
2019
2019
Orari: Mattina:
09.30-13.30 - Ultimo ingresso ore 13.30 -
09.30-13.30 - Ultimo ingresso ore 13.30 -
Pomeriggio: 16.00-20.00 - Ultimo ingresso ore 19.30
(Per prenotazioni: Tel. +39 091 8815666
Email: castello@comune.carini.pa.it)
Il sabato e la domenica e il lunedì, mercoledì,
giovedì e venerdì pomeriggio sarà attivo anche il seguente numero telefonico
091 8611340 per comunicazioni dirette alla biglietteria del Castello.
giovedì e venerdì pomeriggio sarà attivo anche il seguente numero telefonico
091 8611340 per comunicazioni dirette alla biglietteria del Castello.
Costo biglietto d’ingresso: €
3.50
3.50
Recapito
telefonico: 091 8128550
telefonico: 091 8128550
Direzione
artistica: Chiara Donà Dalle Rose
artistica: Chiara Donà Dalle Rose
Organizzazione
tecnica: Salvo Sciortino
tecnica: Salvo Sciortino
Video: Davide Cataudella
Catalogo: in allestimento
Cortometraggio
CENERE : Regia di Tommaso Lusena de
Sarmiento - Musiche Enza Lauricella, Filippo
Calascibetta, Roberto Barbieri - Protagonista MoMò
Calascibetta - Testi Dario Orphée - Voce narrante
Luca Cardinale -Animazioni grafiche Alessandro
Castriciano e Silvia Nardo - Assistenza e supporto informatico
Formattatoio club - Postproduzione Cimatique Production - Realizzazione
Cimatique Production
CENERE : Regia di Tommaso Lusena de
Sarmiento - Musiche Enza Lauricella, Filippo
Calascibetta, Roberto Barbieri - Protagonista MoMò
Calascibetta - Testi Dario Orphée - Voce narrante
Luca Cardinale -Animazioni grafiche Alessandro
Castriciano e Silvia Nardo - Assistenza e supporto informatico
Formattatoio club - Postproduzione Cimatique Production - Realizzazione
Cimatique Production
Foto: Gerlando Sciortino e Franco Noto
Progetto
grafico: Roberto Collodoro
grafico: Roberto Collodoro
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