ALESSANDRO RIVA condannato a nove anni

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Milano, 21 nov. - Il tribunale di Milano ha condannato a nove anni di reclusione Alessandro Riva, il critico d’arte, scrittore e giornalista, messo agli arresti domiciliari il 6 giugno dell’anno scorso, con l’accusa di avere abusato di cinque minorenni. L’uomo, accusato di violenza sessuale aggravata, e’ stato anche consulente dell’assessore alla cultura milanese Vittorio Sgarbi e curatore di numerose mostre di rilievo.
Secondo quanto ricostruito dall’accusa, Riva avrebbe toccato nelle parti intime dei bambini tra il 2002 e il 2007.
Il pm Laura Amato aveva chiesto una condanna a dodici anni di carcere. Il tribunale, considerando le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti, gli ha inflitto nove anni, lo ha interdetto dai pubblici uffici e lo ha privato della potesta’ sui figli. Inoltre, sono stati riconosciuti 10 mila euro di provvisionale alle due parti offese che si sono costituite parti civili, a ciascuna delle quali sono stati anche liquidate 8.000 mila euro di spese processuali.

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«È la vittoria dell’irrazionalità più totale. Ci sono state delle contraddizioni mostruose e questo è il risultato di un clima allucinante». Non si dà pace, Alessandro Riva. I giudici della nona sezione penale hanno appena letto la sentenza. Il critico d’arte - 44 anni, già collaboratore di Palazzo Marino - è stato condannato a 9 anni di reclusione. Per uno dei reati più infamanti: violenza sessuale aggravata. Per il tribunale, a partire dal febbraio 2002 e fino al 2007, abusò di cinque bambine di meno di 10 anni che frequentavano la sua abitazione.
A denunciare Riva era stato il padre di una delle vittime. E, in seguito a quella denuncia, il critico era stato messo agli arresti domiciliari. Era il giugno dello scorso anno. Per mesi, si era difeso sostenendo che l’indagine era «frutto di equivoci e pettegolezzi determinati dallo stile di vita», definito dai suoi legali - gli avvocati Michele Gentiloni e Guglielmo Gulotta - «eclettico». Non così per l’accusa. Il pm Laura Amato, infatti, aveva chiesto che gli anni di reclusione fossero 12 anni.
Fuori dall’aula, Riva insiste. «È stato un processo nato sui pettegolezzi. Io non ho mai cambiato una virgola sulla mia posizione, ma c’era un pettegolezzo su di me da anni, l’ho scoperto dopo, che ha prodotto questa sentenza». Un lungo sfogo. «Dal processo non è venuto fuori nulla di oggettivo - insiste -. È stata una suggestione interna. Evidentemente così si fanno le sentenze in Italia: sulla base di un isterismo antipedofilo. Mi auguro che la corte d’appello sia un po’ meno miope e irrazionale». Ancora. «Il mio è un modello di vita differente, che forse ha creato confusione e ha fatto sì che delle bambine raccontassero cose non vere. Quel che ho capito è che io peccavo di infantilismo in un periodo in cui anche fare una carezza passa per pedofilia e questo è dovuto al clima creato in Italia da una legge allucinante per cui si danno 9 anni a uno che è accusato di toccacciamenti». E ora? «Sto scrivendo un romanzo sugli isterismi sociali che ovviamente parte da questa vicenda». E «con una sentenza del genere, certamente scrivere è l’unica cosa che potrò fare per un po’».

12 Commenti a “ALESSANDRO RIVA condannato a nove anni”

  1. Maria Grazia Galatà scrive:

    Non è facile commentare in merito a questa vicenda.Ce ne sono tante
    ed è pur vero che si è facili prede di isterismo antipedofilo…. e sociale
    Auguro che tutto vada per il meglio e che nessuno …..si faccia male e
    del male a..

  2. Roberto Cascone scrive:

    Sono amico di Alessandro Riva da oltre dieci anni. Abbiamo lavorato insieme in piu’ di un’occasione, a vario titolo. Stento a credere che si sia macchiato di reati infamanti come quelli ascrittigli, ma, ovviamente, non conosco gli atti del processo e ritengo che sia necessario, con la dovuta cautela e tutela, fidarsi dei nostri giudici, almeno fino a che non c’è una prova contraria. Come amico sono molto turbato e continuo a sperare che le cose si chiariscano e si risolvano in un pieno proscioglimento di Alessandro.
    Roberto Cascone

  3. Francesco Impellizzeri scrive:

    Quello che è accaduto ad Alessandro Riva è lo specchio dell’andamento, vertiginosamente discendente, che sta attraversando il nostro paese. Il finto perbenismo e la mancanza di rispetto per il prossimo ha fatto si che una diceria, dettata da invidie, sia arrivata a causare un tale danno a chi, attraverso il suo operato, ha mostrato nuovi aspetti dell’arte contemporanea. Ci sono purtroppo stati dei casi simili, nella storia recente, che hanno tarpato le ali a chi aveva grandi capacità, ma oggi non ci possiamo permettere di essere calpestati dal facile allarmismo e dall’indifferenza. Tutti gli operatori del settore, almeno loro, dovrebbero far sentire la loro voce e sostenere chi, per tanti anni, li ha supportati e proposti nelle numerose e prestigiose mostre.

  4. virginia scrive:

    io organizzerei una manifestazione di protesta davanti al tribunale.
    ASPETTIAMO.

  5. virginia scrive:

    SIAMO IN TANTI A CREDERE CHE ALE SIA INNOCENTE .
    MI SEMBRA TANO UNA STORIA KAFKIANA IL PROCESSO.
    SPERIAMO CHE I BAMBINI NON NE RISENTANO TROPPO MA ORMAI è DIFFICILE LO STATO GLI HA TOLTO LA PATRIA PODESTA’.

  6. Giovanni scrive:

    In italia purtroppo, accade spesso che il PM commette omissioni sugli accusati con carcerazione preventiva e tanto di articolo sui giornali per non dire processi sommari ed esiti di scagionatura degli imputati a formula piena per non aver commesso il fatto.Tutto questo accade sovente e nell’anonimato della stampa e dell’opinione pubblica;gli stessi magistrati aprono carriere fulminee, si, perchè non esiste o per lo meno non si vede un organo superiore giudicante in meritocrazia ai numerosi processi sbagliati che peraltro sono causa di risarcimenti onerosi per gli scagionati con danno alle casse dello stato. Quando arriverà la democrazia in Italia?
    In merito alla vicenda di Ale, dico che lo scandalo è tale per colui che lo ha segnalato.
    Tanti Auguri Ale.

  7. Francesco scrive:

    Questi commenti sono allucinanti, una vergogna nei confronti dei bambini che hanno subito per anni i “trattamenti” del nostro amico; sono una vergogna anche nei confronti dei loro genitori che per primi hanno sentito raccontare dai piccoli queste nefandezze e hanno versato molte lacrime per non averli saputi difendere; sono una vergogna per voi stessi che li avete scritti, spero solo che i vostri figli non debbano subire la medesima sorte, come invece probabilmente hanno subito gli stessi figli del nostro amico.
    Tanti Auguri Ale.

  8. Momò Calascibetta scrive:

    Rispondo a Francesco ma anche agli altri.
    Naturalmente ci si trova davanti a due opinioni contrapposte : chi a favore di Alessandro, cioè coloro che hanno avuto rapporti di lavoro con lui (galleristi ed artisti che avevano trovato in lui il punto di riferimento per quanto riguarda quella che si definisce la giovane arte italiana cioè Italian Factory) e quelli che invece senza interessi di parte si trovano a giudicare solo attraverso quello che si conosce dalla stampa.
    Per lui si presenteranno ancora mesi molto difficili ed è chiaro che bisognerà attendere la sentenza definitiva prima di giudicare sia contro che a favore. In ogni caso a parer mio l’immagine di Alessandro rimarrà comunque “annebbiata” perchè un dubbio rimarrà sempre nelle coscienze degli uomini. Scrivere poi un romanzo sull’argomento come se fosse un’autodifesa non mi sembra una soluzione chiarificatrice della questione; conosciamo bene tutti gli isterismi che condizionano la società in questa come in altre questioni, ma un processo è una cosa seria e non credo che un pubblico ministero possa condannare una persiona solo attraverso pettegolezzi sul suo conto!

  9. Marco scrive:

    Qui bisogna leggersi tutto il testo del processo. Non ha alcun senso ascoltare l’una o l’altra parte, non ne emerge nulla.
    Bisognerebbe sapere i fatti nel dettaglio per capire se si può intuire la verità.

  10. Momò Calascibetta scrive:

    Marco è vero quello che dici, è tutto molto confuso o meglio tutti aspettano la sentenza definitiva che chiarificherà i dubbi.
    L’unica certezza è che Italian Factory pare sia defunta e sepolta anche se, sotto altre forme e personaggi nuovi, si tenta di far restare a galla ciò che Alessandro aveva creato…..

  11. luippo scrive:

    mai fare il bagno con le bambine…;-)

  12. chiara mazza scrive:

    mah….bisognerebbe davvero che la giustizia tornasse ad essere tale senza i condizionamenti della caccia alle streghe e dei pettegolezzi…se organizzate la manifestazione ci sarò-

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