Il mistero doloroso di N. Cesare

 

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Con questo racconto apro una rubrica sui giovani

il mistero doloroso del nostro tempo.
di Nuccia Cesare

Sondaggi
  1.  

Era martedì 12 dicembre e Tommy mi salutava da lontano. Non era entrato a scuola Tommy quel giorno, quel giorno Tommy voleva dei compagni per andare al corteo, quel giorno era il 12 dicembre 2006, era il 37° anniversario della strage di Piazza Fontana.
E’ bello Tommy, non molto alto, capelli misti, lunghi, ondulati. E’ bello Tommy, bello e coraggioso. Una volta quelli di Forza Nuova vennero nel cortile dalla scuola a spacciare i loro fottuti volantini. Ne offrirono uno anche a Tommy che glielo stracciò in faccia. Allora quelli di Forza Nuova lo pestarono a sangue e lo mandarono all’ospedale con la testa rotta.
Ne uscì integro, e più determinato di prima.
Qualche giorno dopo era capo di un collettivo solidale e antifascista e cercava una sede per la riunioni.
Io stessa lo riconobbi tra gli organizzatori di una manifestazione allegra, solidale e antifascista, anzi fu lui a riconoscere me; insieme dividemmo una birra e un pezzo di May Parade. L’indomani eravamo ancora mezzi stonati ma presenti: lui a scuola, io al mio lavoro di bibliotecaria scolastica, praticamente nello stesso luogo.
E martedì 12 dicembre Tommy era ancora qui, nel cortile della scuola che mi salutava da lontano e non entrava a scuola: era venuto a prendere dei compagni per andare insieme al corteo dell’ anniversario della strage di Piazza Fontana. 
Quel giorno del 12 dicembre Tommy andava al corteo praticamente solo, forse con la sua innamorata, forse con due o tre compagni raccolti tra gli indecisi. Quel giorno del 12 dicembre Tommy andava al corteo solo in compagnia dei suoi capelli, del suo sorriso, della sua giovinezza perché niente c’era di più.
Le ragazze sue compange erano già in classe a truccarsi, lucidarsi, improfumarsi, pettinarsi, farsi belle per i ragazzi e gli uomini della scuola. I ragazzi dalla scuola erano già in classe a pensare ai videogiochi, al calcio, a dribblare l’interrogazione… qualche innamorata particolarmente appiccicosa…

Secondo un sondaggio, commissionato all’Istituto Piepoli dalla Provincia di Milano, risulta che il 18% degli studenti di età compresa tra i 17 e i 19 anni, non sa nulla della strage di Piazza Fontana.
Tra “quelli che sanno” quasi la metà pensa che siano state le Brigate Rosse.
Solo un ragazzo su 10 riesce a collocare la strage nel 1969, il 25% pensa siano stati gli anarchici, il 15% i comunisti, altri ancora, (tra il 4 e il 6%) la mafia, i democristiani, la  Cia il KGB.
I rimanenti (se ne rimangono) erano nel corteo con Tommy.

Questo lunedì sono arrivati in biblioteca degli alunni di terza media. I tutor che li accompagnavano avevano chiesto loro verso quale tipo di istruzione si sentivano portati.
Silenzio.
Quando il ghiaccio si era fatto come il muro i tutor riformularono la domanda: -Siccome adesso, dopo la terza media, continuare gli studi è obbligatorio, vi facciamo visitare questa scuola. Vi piace? E se non vi piace che tipo scuola vorreste frequentare?
Due ragazzi presero coraggio e chiesero se esiste una scuola per bidelli. Una buona metà delle ragazze se c’era una scuola per veline.
Chissà se di questo sondaggio qualcuno ha informato l’Istituto Piepoli.
E la provincia di Milano.

I brani seguenti sono pubblicati sulla rivista palermitana
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Fashon Milano Center

di Nuccia Cesare

      2.

Oh… i gattini dell’infanzia!
La prima volta che si guardavano allo specchio si terrorizzavano, rizzavano il pelo, si facevano la gobba e la coda grossa, si gonfiavano e soffiavano contro la loro immagine. Quando attaccavano sbattevano miseramente sul vetro dello specchio.
I padroni si sbellicavano dalle risate.

Arrivavano sempre in coppia. Alla stessa ora. Il venerdì. Erano due non avvalentisi dell’insegnamento della religione cattolica. Troppo piccole per uscire dalle mura della scuola venivano a svernare in biblioteca.
Si piazzavano davanti a uno specchio lasciato dal mio predecessore e cominciavano a pettinarsi, truccarsi, improfumarsi, tinteggiarsi, recitare il rosario delle marche dei prodotti di bellezza in circolazione.
Vanamente venivano da me invitate a un comportamento più consono al luogo, quello che ottenevo era, al massimo, un lieve e temporaneo (molto temporaneo) abbassamento di voce. Poi la voglia di riprenderle scemava: pazienza, se ne sarebbero andate…
Un venerdì di miracolo, una di loro non arrivò.
Già mi fregavo le mani assaporando la tranquillità dell’ora a venire. Che illusa!
L’altra eretica, per nulla turbata dall’essere essere rimasta single, si piazzava davanti allo specchio, accendeva il cellulare, e iniziava la solita giaculatoria con la sua compagna lontana. Con la mano libera si aggiustava i capelli, si pettinava le ciglia, si lisciava le guance.
C’è cosa?
Molte cose.
C’è che parole come Look, Charme, Trendy, Style, Glem sono nella bocca dei giovani come pane e casa, c’è che ormai si parla della moda e dell’immagine come i nostri harem e i nostri burqua, c’è che questi giovani manderanno a puttane tutte le lotte e le conquiste sociali degli ultimi 50 anni.
E non è il peggio.
Il peggio è che sempre più, nei palazzi di Milano, spuntano cartelloni pubblicitari di dimensioni smisurate. Ritraggono figure, corpi e styli di vita fantastici, irraggiungibili, inaccessibili. Il peggio è che sono questi mostri ciclopi i maestri, gli archetipi, i veri specchi dei giovani.
E allora, più che Narcisi innamorati di sé stessi, più che Crimilde con la paura di non essere la più bella del reame, queste sventurate creature somigliano a quei carmusci che vedevano nella propria immagine il loro più acerrimo nemico.
E si terrorizzavano, si gonfiavano, si soffiavano addosso fino a sbattere contro il vetro.
I padroni si sbellicavano dalle risate.
Ma alla fine imparavano e finivano per passare davanti allo specchio con annoiata indifferenza.
Loro, i gatti.

Io mi sono limitata a togliere l’intruso dalla biblioteca.
Adesso i ragazzi passano solo davanti ad armadi e scaffali.
E quando, nel vetro di una libreria, riescono a vedere un alone della propria immagine, si fermano, si aggiustano, si imbellettano. Si gonfiano, si soffiano, si spaventano.
I  padroni del mondo si staranno sbellicando dalle risate.

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