La famiglia MOMOzart
4 Novembre 2007La strega e il capitano
4 Novembre 2007Le case di Momò
4 Novembre 2007
LE CASE
di
Il corpo è la casa del cuore.
La carne è il corpo della casa.
Sono legato ad un concetto di casa quale posto in cui non ci si può mai
sentire veramente a casa propria e dal quale si deve anzi fuggire per
sentirsi a casa con se stessi; sono una tartaruga, ovunque io vada mi
porto la casa sulla schiena.
Ho dovuto lasciare la mia casa per poter ritrovare me stesso,
ma non ho mai abbandonato ogni singola parte di me:
ho preservato l’essenza del mio essere
La casa di Vicolo del Forno - disegno cm.33 x 66 - 2004
particolare
particolare
La casa è un luogo? Un ideale? Uno spazio immaginato?
La casa è un’idea, una geografia interna della memoria
dove il dolore ti abbandona.
La casa di via Ruggero Mastrangelo-cm.33 x 66-disegno a matita 2004
Lo studio di Momò
3 Novembre 2007
Lo studio di Momò con i girasoli di Vincent
Lo studio di Momò - disegno - cm. 40 x 50 - 2004
Questo è il ballo del qua qua
23 Ottobre 2007
E’ un pezzo celeberrimo, ma sempre gradevole da rileggere e meditare

dell’Associazione amici di Leonardo Sciascia
Stamperia Upiglio, Milano, 2004
L. Sciascia, amateur d’estampes, Catalologo Il Girasole edizioni, Milano, 2004
"…l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà... Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini… E invece no, scende ancora più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi… E ancora più in giù: i piglianculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre… Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo… Anche lei, disse il capitano con una certa emozione."
Questo era il colloquio fra il capo della mafia locale, don Mariano Arena e il capitano dei carabinieri, Bellodi, nativo di Parma, splendido ed incorrutibile investigatore. Sciascia descrive Bellodi come un ufficiale per il quale "l’autorità di cui era investito considerava come il chirurgo considera il bisturi: uno strumento da usare con precauzione, con precisione, con sicurezza."Non casualmente il grande giornalista Francesco Merlo paragonava Bellodi a Dalla Chiesa, del quale aveva il carisma, la volontà, la gentilezza ed anche a Falcone: "Sicuramente Bellodi è già Giovanni Falcone, sereno e lucido, energico e prudente, un uomo di curiosità universale che tuttavia sa capire don Mariano Arena, farsi uguale a lui, come i tirannicidi che a loro modo somigliano ai tiranni… E’ qui, per esempio, che il carabiniere esce dalle barzellette e diventa un eroe illuminista, un filosofo umanista capace persino di smascherare la mafia con un trucco di sapienza letteraria, il verbale di una falsa confessione, che è la grande idea sciasciana della letteratura come forma nobile del vivere obliquo, la cultura che occupa il terreno in cui si alimenta la mafia, ne prende il posto, la cultura e la ragione al posto della mafia che è anch’essa un vivere obliquo, ma torvo".
BUSH NULLITA’ AMBULANTE
16 Ottobre 20072
nullità ambulante
macchietta
instabile
zimbello
LO SCEMO DEL VILLAGGIO
«Brain»: il «Cervello»!
«Povero diavolo», senza spina dorsale, per gli uni e «nullità ambulante», completamente plagiato dalla madre, per gli altri…, il cinquantaseienne «instabile», «influenzabile» e senz’altro «ricattabile» figlio «bischero» di George Herbert Walker Bush e Barbara Pierce, nel corso della sua travagliata esistenza – sempre secondo i siti che lo descrivono – non sarebbe mai stato un’ «aquila»…
Così, almeno, sembrano «inquadrarlo» e ricordarlo i suoi innumerevoli ex compagni di scuola che lo hanno ben conosciuto, sia alla Philips Andover Academy del Massachussets, sia alla Yale University, sia alla Harvard Business School. Questi ultimi, infatti, continuano a conservare di lui l’immagine dell’insperata e provvidenziale «macchietta» della classe. Il classico «zimbello» a cui - tra costanti derisioni e quotidiane sarcastiche parodie – era spontaneo attribuirgli il caustico e rivelatore epiteto di «brain» (il «cervello»): cioè, lo «scemo del villaggio»!
BUSH PSICHICAMENTE SCOMBINATO
8 Ottobre 2007
1
lo stupido
l’asino scemo
lo scimpanzè
il ragazzo banana
il tossicomane
l’alcolista
BUSH PRESIDENTE DI CARTA
Nato un 6 Luglio del 1946, a New Haven (Connecticut) ed alternativamente chiamato «Dubya» (pronunciare: «Dobià» = lo «stupido»), «Dumbass» («Dombàss» = «l’asino scemo»), «el-Chimpy» («el-Cimpi» = lo «scimpanzé») o «Bananaboy» («bananaboi» = il «ragazzo-banana»), George Walker Bush jr. non è soltanto la tipica «marionetta» del gioco americano del potere…
Come precisano le decine e decine di siti internet a lui dedicati negli USA (per sincerarsene, basta inserire il nome George W. Bush sulla finestra web di un qualunque motore di ricerca, e cliccare!), l’apparentemente scaltro e feroce «lupo» di Washington, è soprattutto un particolare, inconsueto, desolante ed affliggente «caso umano»!
Dalle pagine Web in questione, ad esempio, si apprende che, in passato, l’attuale Presidente degli Stati Uniti d’America è stato un patetico ed inveterato tossicomane (cocaina), nonché un incallito e commiserevole alcolista (whisky, qualità «Bourbon» + birra, marca «Lone Star»). O se si preferisce, un prostrato e psicolabile personaggio che a stento, verso la metà degli anni ‘70 - dopo avere subito un paio di arresti per guida in stato di avanzata ubriachezza, uno specifico fermo per detenzione abusiva di stupefacenti e numerose terapie intensive di disintossicazione presso dispendiose e confidenziali case di cura specializzate – sarebbe riuscito, in fine, apparentemente, a separarsi dall’increscioso ed inquietante stato di «duplice dipendenza» nel quale era sciaguratamente e miserevolmente sprofondato.
Stop The War
I bambini nella spazzatura
7 Ottobre 2007
Che mondo è un mondo in cui chi è adulto, anziché proteggere
le giovani vite, le usa per i propri scopi? Che mondo
è un mondo in cui i pochi che si siedono ad una tavola
imbandita guardano indifferenti altri a rovistare nella
spazzatura, alla ricerca della sopravvivenza di un giorno?
Basta il filtro di uno schermo televisivo a renderci così
insensibili?
In tre nella discarica
In tre nella discarica - acrilico cm.68 x 83 - 2005

Nella spazzatura - acrilico cm.50 x40 - 2005

Un goccio tra la spazzatura - acrilico 50 x 40 -2006