Migrantes
22 Febbraio 2017MIGRANTES
Palazzo Garofalo dal 23 febbraio all’11 marzo 2017
MoMò Calascibetta acrilico 40×50 2017 (particolare)
Cresce l’interesse nel territorio ibleo per la prestigiosa iniziativa, unica nel suo genere, della mostra interculturale d’arte “Migrantes”.
Trentanove artisti professionisti, anche giovani talenti; ragazzi coinvolti in diversi centri di accoglienza; dipinti, fotografie, sculture, testimonianze video con canti, poesie e danze: questi i soggetti e le loro produzioni all’interno di un percorso che diventa metafora esistenziale.
Artisti:
ARTURO BARBANTE, ILDE BARONE, SALVO BARONE, SANDRO BRACCHITTA, MOMÓ CALASCIBETTA, CARMELO CANDIANO, MAVIE CARTIA, SALVO CARUSO, DANIELE CASCONE, SALVO CATANIA, EZIO CICCIARELLA, GIUSEPPE COLOMBO, GIUSEPPE DIARA, SALVATORE DIFRANCO, GIUSEPPE ANTHONY DI MARTINO, ANGELO DI QUATTRO, ALESSANDRO FINOCCHIARO, GIOVANNA GENNARO, TONY GENTILE, AMIR YEKE, GIOVANNI IUDICE, GIOVANNI LA COGNATA, GIUSEPPE LEONE, GIOVANNI LISSANDRELLO, GIANNI MANIA, SEBASTIANO MESSINA, DARIO NANÌ, LUIGI NIFOSÌ, MICHELE NIGRO, ALIDA PARDO, FRANCO POLIZZI, MAURIZIO POMETTI, LUIGI RABBITO, FRANCESCO RINZIVILLO, GIOVANNI ROBUSTELLI, PIERO ROCCASALVO, FABIO ROMANO, FRANCO SARNARI, ALFONSO SIRACUSA.
NELLA TERRA DI NESSUNO di ANDREA GUASTELLA
Ogni anno decine di milioni di persone fuggono dal loro paese d’origine: abbandonano aree devastate da conflitti e guerre, dove la libertà è un miraggio e la violenza è all’ordine del giorno. Chi fugge, il più delle volte, non lo fa in cerca di un futuro migliore, ma semplicemente per conservare la vita sua e dei propri cari. Questi concetti sono ormai diventati di dominio comune. Se infatti la storia ha conosciuto fasi di grandi migrazioni, mai esse sono avvenute nello stesso periodo, a vastissima scala e con l’impressionante rapidità dei nostri giorni. Gli stranieri che sino poco fa vedevamo solo al cinema o di cui leggevamo sui giornali, circolano adesso per le nostre strade, sbandati e in cerca di attenzione. Accorgersi della loro presenza non significa però che i migranti cessino di essere oggetto di carità postale o di astratta discussione. Al contrario, i problemi pressanti che la loro realtà comporta e la nostra attitudine ad assuefarci al dolore fanno sì che i tormenti della coscienza, quando ci sono, si conformino al respiro delle onde che cancellano implacabili le tracce degli sbarchi.
Forse solo gli artisti sanno davvero interpretare ciò che accade a coloro che abbandonano casa. Lo sanno in quanto disadattati essi stessi, estranei a una società che fa dell’utile il valore assoluto. Lo sanno in quanto corpi avvezzi al peso e alla transitorietà della materia. Lo sanno soprattutto in quanto esperti dell’umano, e per ciò stesso costretti a identificarsi con l’altro.
A giudicare dai lavori esposti in mostra, il migrante è anzitutto un’identità in transito. In questo senso, ciascun uomo è un migrante, tanto la bimba che sogna in valigia di Alida Pardo quanto gli automobilisti incolonnati sul sentiero della vita di Luigi Rabbito.
Cos’è in fondo l’esistenza se non l’esplorazione di un territorio sconosciuto? Perciò il quadro di Ilde Barone si intitola semplicemente Nata – e credo in ciò si colga un’identificazione personale – e Giovanni Robustelli, con le sue alghe ondeggianti, può a ragione evocare la “coscienza dell’io”: l’io è un groviglio di pensieri e di emozioni, quasi sempre in contrasto tra loro, che si agita come una fiamma in direzione del cielo. Anche se, come accade alle alghe, salire in superficie significa morire.
Il viaggiatore muore al suo passato. Il futuro è una questione di prospettiva. E in prospettiva, quasi osservandolo dall’alto, Michele Nigro dipinge il Mediterraneo come un tappeto colorato. È il nostro mare, e i migranti di oggi sono i padri di ieri. Non siamo forse un unico tessuto? Che cosa distingue siriani e ugandesi dalle contadine in scialle nero di Giuseppe Colombo, dalla nonna che si bagna i piedi sulla spiaggia di Giuseppe Anthony Dimartino, dai viandanti affacciati a un vagone ferroviario di Giovanni Iudice, da quelli che ci sorridono dai vetri di un autobus di Luigi Nifosì o dall’uomo di colore disperso per le strade di Palermo di Giovanni La Cognata? Niente.
Nelle nostre serre, come nei campi percorsi dal Seminatore di Millet evocato da Franco Sarnari, la vita è lavoro. Le grandi mani di Momò Calascibetta e i piedi di Salvatore Difranco sono uguali per tutti. Come oggi, ieri il passaggio per conseguire un destino migliore è una porta stretta, irta di punte come quella assemblata da Carmelo Candiano. Chiunque la attraversi, sia l’Argonauta dal volto segnato di Salvo Caruso, sia la figura nuda e sperduta in una stanza di Dario Nanì, sia la sagoma svestita in forma di persona di Fabio Romano, porterà sulla pelle le tracce dei chiodi.
Altri artisti preferiscono soffermarsi sulle dinamiche del viaggio e sulle conseguenze che esso apporta al fisico e alla psiche del migrante. Partiamo dal viaggio: il mare, lo spazio da percorrere, è davvero sconfinato, come nel lavoro di Sandro Bracchitta; il tragitto è periglioso, come quello della barca di carta di Maurizio Pometti; il suo approdo è un magma indistinto che solo per caso si chiama Sampieri, come nel dipinto di Alessandro Finocchiaro.
A volte, come nel quadro di Mavie Cartia, il silenzio dei flutti è confortato dalla speranza di un avvistamento. Ma non avevano avvistato i soccorsi anche i dispersi della Zattera della Medusa?
Spesso, anzi spessissimo, al viaggio segue il naufragio, con la speranza che ironicamente si converte in di-speranza come nel dipinto di Franco Polizzi. Abbiamo quindi il corpo morto a pochi metri dalla sarcastica linea di traguardo di Salvo Catania Zingali, i cadaveri velati di uno scatto di Gianni Mania, il vortice impetuoso di Giovanni Lissandrello, il bimbo pupazzo squarciato di Piero Roccasalvo Rub, la memoria dell’acqua di Amir Yeke.
Dopo lo sbarco, restano le barche sulla spiaggia di Giuseppe Diara, i fiori in mare di Giovanna Gennaro, i legacci e la pietra di Ezio Cicciarella, insomma, le reliquie, i condensati di memoria in cui, come nelle conchiglie, riecheggia ancora l’eco del lungo navigare: si guardi al copertone salvagente dell’istallazione di Alfonso Siracusa e al legno decorato da Tony Gentile, proveniente da un relitto.
E i migranti? Quando giungono vivi sono lieti per lo scampato pericolo come il naufrago di Arturo Barbante, ma nella maggior parte dei casi li attendono l’indifferenza, l’alienazione, la riduzione a un numero di cui parlano i lavori di Angelo Diquattro, di Francesco Rinzivillo e di Salvo Barone.
Dobbiamo quindi concludere che la terra promessa confina con l’orrore, che la “civiltà” è barbarie e la barbarie civiltà? È lo spettacolo che la cronaca, prima ancora dell’arte, ci trasmette.
Vediamo perennemente tradotti in spaventevole realtà il racconto di Caino e quello di Noè e sappiamo, noi per primi, di non stare di casa in nessun luogo. Anche il Figlio dell’uomo non aveva, come i migranti, una pietra dove posare il capo. “Noi” – lo notava in uno splendido saggio Glauco Cambon – “siamo la sua immagine invertita. Forse demoniaca”.
E tuttavia se, come forse accade, per altre vie, agli oranti di Giuseppe Leone, agli amici di Sebastiano Messina e al libero pensatore di Daniele Cascone, “l’arte contemporanea […] ci avrà condotto ad affrontare l’abisso della nostra dispersione, ci avrà dato la possibilità di istallarci […] in un mondo nuovo a venire e in un linguaggio valido; di riessere umani. Nel frattempo, attendati in terra di nessuno, viviamo l’inferno dell’attesa. Possiamo solo sperare che sia infine un purgatorio”.
Curatore generale: Giuseppe Di Mauro
Direttore artistico: Salvo Barone
Critici:
- ELISA MANDARÀ
- ANDREA GUASTELLA
Consulenza scientifica: Cattedra di “Dialogo tra le culture” di Ragusa
Coorganizzatori: Alcuni Uffici della Diocesi di Ragusa
✔Cultura
✔Caritas
✔Migrantes
✔Missioni
◻ CALENDARIO GENERALE ◻
◽▫Ragusa▫◽
Palazzo Garofalo, dal 23 febbraio all’11 marzo
Inaugurazione 23 febbraio ore 19.00
Lun-sab 9.30-12.30 (su richiesta); 16.00-19.00
◽▫Comiso▫◽
Foyer del Teatro Naselli, dal 4 aprile al 19 aprile
Inaugurazione 4 aprile ore 19.00
Lun-sab 9.30-12.30; 17.00-20.00
◽▫Vittoria▫◽
Sala Mazzone (ex ENEL), dal 22 aprile al 14 maggio
Inaugurazione 22 arpile ore 19.00
Lun-sab 9.30-12.30 (su richiesta); 17.00-20.00
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Sarà disponibile pure il catalogo della mostra contenente le opere degli artisti coinvolti. Tale pubblicazione, oltre agli interventi nell’aerea prettamente artistica, conterrà anche contributi sul fenomeno migratorio, in modo da contestualizzare meglio l’evento. Il ricavato servirà per sostenere le spese della mostra stessa.
Per ulteriori informazioni:
Tel.: 349 3009999 (10.30-12.30; 16.00-18.00)
E-mail: ufficiocultura@diocesidiragusa.it
http://cultura.diocesidiragusa.it/
***Sfacciati***
21 Dicembre 2016Si inaugura giovedì 22 dicembre 2016, alle ore 19.00, presso la Civica Raccolta “Carmelo Cappello” di Palazzo Zacco a Ragusa, la mostra Sfacciati, cura di Andrea Guastella. L’esposizione raccoglie oltre cinquanta autoritratti d’artista che l’Amministrazione Comunale di Ragusa è lieta di ospitare nelle splendide Sale di Palazzo Zacco, dove potranno incontrarsi «con le sculture di Carmelo Cappello» offrendo ai ragusani e ai tanti turisti che ogni giorno visitano il museo «una riflessione su un genere – l’autoritratto – che forse più di tutti contraddistingue la nostra civiltà, ma che gli artisti sono ben lungi dall’aver esaurito quanto a forza e potenzialità».
I visitatori potranno inoltre soffermarsi su un video di Giancarlo Busacca con interventi critici di Andrea Guastella dedicato al tema dell’autoritratto.
Il corto, presentato in occasione dell’inaugurazione della mostra, sarà proiettato a ciclo continuo nell’aula video di Palazzo Zacco.
In occasione della mostra il Comune di Ragusa e l’Associazione Aurea Phoenix organizzano il concorso Realizza il tuo autoritratto. Il concorso, riservato a chi pratica il disegno e la pittura, prevede la creazione di un’opera artistica, su tela, su tavola o su carta, di formato massimo 70×50 cm, ed è suddiviso in quattro sezioni: 1. Scuola primaria; 2. Scuola media inferiore; 3. Scuola media superiore; 4. Sezione libera, aperta a chiunque voglia partecipare, senza limiti di età e condizione
Gli elaborati dovranno pervenire entro e non oltre il 7 gennaio 2017, ore 13.00, presso la Civica Raccolta Cappello di Via San Vito 158. I vincitori, giudicati da una giuria designata dal Comune di Ragusa e dall’Associazione Aurea Phoenix e presieduta dal Sindaco, saranno premiati con la possibilità di tenere una mostra in uno spazio pubblico e con premi offerti dall’Associazione Aurea Phoenix e da sponsor. La premiazione avverrà sabato 14 gennaio alle ore 17.00 presso Palazzo Zacco.
Dal testo in catalogo (Aurea Phoenix Edizioni) di Andrea Guastella: «Voglio essere sfacciato anch’io, confessarvi senza peli sulla lingua l’intera verità.
Questa mostra è stata, come si suole dire, un incidente. Avevo ricevuto, insieme a un amico, un incarico istituzionale: passare in rassegna gli uffici del Comune di Ragusa per individuare, tra le opere d’arte che ospitano, le più interessanti, allo scopo di predisporre la loro ricollocazione in un contesto museale.
Occorreva, ovviamente, interloquire con i dipendenti, spiegando loro come la nostra ispezione non fosse finalizzata a licenziamenti di massa, e facendoci spiegare a nostra volta dove si trovassero statue e dipinti, spesso conservati in magazzini o locali chiusi al pubblico, per tracciarli e stilare le relative schede. Ora, la risposta degli impiegati statisticamente più frequente era: “Qui gli unici pezzi da museo siamo noi che vi parliamo!”.
Lo avevano ripetuto con tanta convinzione da suggerirmi una rassegna dei loro ritratti, e chissà che prima o poi non ci faccia un pensierino. Ciò che però conta è come la visione dei lavoratori museificati – o mummificati, che è un po’ la stessa cosa – si sia unita a una riflessione che conduco da tempo sull’attitudine umana a lasciare ai posteri una traccia, un segno testimoniale del proprio passaggio sulla terra.
Tutti vorremmo vivere per sempre e non potendo, per scontate ragioni, realizzare questo sogno, affidiamo la nostra esistenza a puri oggetti, materiali o immateriali. Alcuni si contentano della buona fama, altri fanno figli, altri ancora appesantiscono di selfie la memoria del cellulare, salvo scaricarla periodicamente, con tante grazie a Facebook, sul proprio profilo.
In realtà questa esigenza nasconde forse un vuoto, un’inquietudine di fondo che i “selfisti” provano a curare attirando su di sé l’attenzione degli altri. Non è però solo di questi Sfacciati che ho intenzione di parlare. Da prima che Internet fosse, gli artisti si cimentano nell’autoritratto. Il capostipite, secondo Plinio il Vecchio, fu l’architetto e scultore Teodoro: si ritrasse in una statua che stringeva nella mano sinistra una mosca, sotto le cui ali si trovava una quadriga; la quadriga, prodigio di cesello, fu rubata, l’autoritratto rimase. Il secondo ricordato da Plinio lo dipinse una “perpetua virgo”, tale Iaia di Cizico, guardandosi allo specchio. Nel mondo classico l’autoritratto era dunque roba da zitelle vanitose o da bimbi mal cresciuti.
Bisognerà aspettare il Velo della Veronica, il Mandylion – insomma, il tanto bistrattato Medioevo – perché l’autoritratto, con sì illustri ascendenti, acquisti quella dignità che gli sarà conferita a pieno titolo solo nel Rinascimento, quando nascono le prime gallerie di autoritratti e si scovano autoritratti di artisti ovunque, anche dove ne mancavano (emblematico il caso del Vasari che, nella prima edizione delle Vite, non individua autoritratti di Giotto, nella seconda gliene attribuisce tre).
È da allora che l’autoritratto diventa, con Dürer e Tiziano, Rembrandt e Courbet, un genere a sé, immagine di assoluta indipendenza ma anche sintomo di una cultura – la nostra – che ha fatto di Narciso, dell’uomo innamorato di se stesso, il suo nume tutelare.
Siamo poi così certi che un autoritratto di Van Gogh sia più nobile – almeno nelle intenzioni – di una foto di Andy Warhol, o di uno scatto digitale?
Stando ai dati oggettivi, il tempo dell’autoritratto, rispetto a quello del selfie, è molto dilatato. Di solito l’autoritratto non è un prodotto estemporaneo: nella sua lentezza sono compresi l’attesa dello sguardo, lo sguardo stesso e la fatica necessaria a tradurlo, con le innovazioni che la pratica e la meditazione suggeriscono.
Vi è però in comune, tra autoritratto e selfie, un elemento essenziale: non tanto l’assenza del pubblico, cercato dall’uno e dall’altro, quanto quella del committente. Selfie e autoritratti si creano anzitutto per se stessi, per soddisfare un’esigenza personale. Perciò è invalsa l’abitudine di considerarli la chiave di accesso al segreto degli autori.
Come scriveva Plotino, la nostra immagine reale non è quella restituita dallo specchio: “Rientra in te stesso e guarda: se ancora non ti vedi bello di dentro, fa’ come lo scultore di una statua che deve venir bella, il quale a volte toglie e a volte leviga, a volte liscia e a volte raffina”.
Al termine di questo processo, nascosto negli autoritratti, palese nei selfie, posto che l’idea che ci facciamo di una certa persona scaturisce dalla somma delle sue presentazioni, appare infine il volto: sarà semplicemente bello, o anche vero?
Non saprei proprio. La maschera è, non di rado, il male minore. E, come non sempre il volto è il clou di un autoritratto – non mancano autoritratti di spalle, o con il capo abbassato – non è affatto scontato che l’autoritratto equivalga al testamento di un pittore.
Mica tutti gli artisti sono inguaribili Sfacciati come quelli accorsi al mio richiamo!
Ve ne sono anche di chiusi e riservati, che mai si sognerebbero di affaticarsi sulla propria sacra effigie (diciamolo chiaramente: chi si autoritrae avrà pure un alto concetto di sé, ma non può essere privo di ironia).
Quanto a me, non posso farci niente: convinto come sono che, anche quando non dipingono se stessi, gli artisti facciano sempre autoritratti, preferisco gli autoritratti espliciti a quelli simulati, come, nella vita di ogni giorno, preferisco chi mi rivolge un saluto a chi mi ignora.
Sarà perché anch’io – come gli adorabili impiegati del Comune di Ragusa – amo scherzare con la gente che incrocia il mio cammino? E che cos’è l’arte se non un invito a stabilire, tra artista e osservatore, un rapporto di intesa, se non addirittura di amicizia e confidenza?
Squadriamoli attentamente, questi Sfacciati. Forse non tutti ci sembreranno simpatici. Ma se anche uno solo sarà riuscito a scalfire l’alienazione che ciascuno a suo modo sperimenta, questa mostra non sarà del tutto vana».
Info: Andrea Guastella, mail: andreguast@yahoo.com
Cell: 327.4059001
Mostra: Sfacciati
Curatore: Andrea Guastella
Autori: Giuseppe Alletto, Salvatore Aquino, Arturo Barbante, Salvo Barone, Antonio Bruno, Momò Calascibetta, Sebastiano Caldarella, Calusca, Carmelo Candiano, Mavie Cartia, Salvo Catania Zingali, Giulio Catelli, Salvatore Chessari, Carmelo Cilia, Franco Cilia, Giuseppe Colombo, Margherita Davì, Giuseppe Diara, Salvatore Difranco, Angelo Diquattro, Angelo Distefano, Giorgio Distefano, Atanasio Giuseppe Elia, Franco Filetti, Alessandro Finocchiaro, Sergio Fiorentino, Bruna Fornaro, Franco Fratantonio, Salvatore Fratantonio, Giovanna Gennaro, Alessandra Giovannoni, Sebastiano Grasso, Angelo Guastella, Mariella Guastella, Giovanni La Cognata, Giovanni Lissandrello, Massimo Livadiotti, Guglielmo Manenti, Sebastiano Messina, Milena Nicosia, Michele Nigro, Miriam Pace, Alida Pardo, Maurizio Pierfranceschi, Ettore Pinelli, Franco Polizzi, Francesco Rinzivillo, Giovanni Robustelli, Piero Roccasalvo Rub, Manlio Sacco, Franco Sarnari, Ruggero Savinio, Alfonso Siracusa, Marco Stefanucci, Paolo Strano, Luciano Vadalà, Giampaolo Viola, Amir Yeke
Organizzazione: Comune di Ragusa - Associazione Culturale Aurea Phoenix
Catalogo: Aurea Phoenix Edizioni
Video: Associazione Arte Eclettica – Aurea Phoenix Edizioni. Regia di Giancarlo Busacca
Luogo: Civica Raccolta “Carmelo Cappello”, Palazzo Zacco, via San Vito 158, Ragusa
Recapito telefonico: 0932 682486 (Centro Servizi Culturali, Ragusa)
Inaugurazione: giovedì 22 dicembre 2016, ore 19.00
Durata: 22 dicembre 2016 – 25 febbraio 2017
Orario: martedì, mercoledì, giovedì e venerdì ore 8.00 – 14.00, 15.00 – 19.00; sabato ore 9.00 – 13.00, 15.00 – 19.00
Giorno di chiusura: domenica, lunedì e festivi
Ingresso: libero
Divino Amore. L’enigma dell’amore nell’arte contemporanea
15 Dicembre 2016Momò Calascibetta-La nicchia del cavallo- cm.50×40 acrilico 1987
Celeste o terreno? E’ un’interrogazione aperta sul tema dell’amore, declinato in cinque tappe espositive attraverso i linguaggi visivi dell’arte contemporanea, la mostra aPalazzo Bonocore di Palermo che si inaugura giovedì 15 dicembre, alle 18. “Divino Amore. L’enigma dell’amore nell’arte contemporanea” (15 dicembre 2016 - 31 marzo 2017) a cura di Alba Romano Pace è il titolo del progetto coordinato da Lucio Tambuzzo, direttore artistico della struttura che dal 2015 è sede del Museo del patrimonio culturale immateriale della Sicilia e dell’associazione I World.
3per3uguale9
30 Luglio 2016Tufanostudio25, Agora, V.Giamporcaro, il Comune di Pantelleria e i curatori, Italo Cucci, Mascia Maluta e Franca Zona, hanno il piacere di presentare la seconda edizione di
*3per3uguale9*
-Mediateca di Pantelleria-
sabato 30 luglio 2016 ore 19,00
Una mostra di pittura , fotografia e video, ospitata dalla Mediateca di Pantelleria, di cui i protagonisti sono cinque artisti che amano Pantelleria, Maria Pia Adamo, Momo’ Calascibetta, Angela Carrubba Pintaldi, Federico Ferrario e Giovanna Lentini. Saranno affiancati da quattro giovani artisti panteschi Samuel Gorgone, Stefano Maccotta, Martina Minardi e Marco Valenza.
Considerando il risultato positivo della prima edizione della mostra evento che si è svolta a Pantelleria la scorsa estate, ospitata dal Comune nella location dello spazio Mediateca, con Giovanni Tufano e la collaborazione di Italo Cucci, Mascia Maluta, Franca Zona e le Associazioni Agorà e Giamporcaro di Pantelleria, torna la seconda edizione che si svolgerà sempre a Pantelleria, dal 30 luglio, all’8 agosto 2016.L evento avrà concettualmente gli stessi contenuti della prima edizione, mentre per quanto riguarda i nove artisti cercheranno con i loro lavori di esprimere il forte coinvolgimento concettuale fra gli elementi naturali che caratterizzano l isola di Pantelleria e le loro emozioni. L’ obiettivo sara’ sempre quello di sottolineare i pregi delle materie naturali, che saranno protagoniste dei lavori degli artisti, disponibili sull’isola, per enfatizzare un lavoro creativo e artistico che promuova l immagine di Pantelleria in Italia e nel Mondo.
Il numero 9 è simbolo di completezza e compimento, infatti l’energia vibrazionale di questo numero comprende la forza di tutti quelli che lo precedono. E’ un numero che si riproduce continuamente, composto da 3 volte il numero 3(la perfezione al quadrato), serve da dissolvente per tutti i numeri senza che mai si associ a qualcuno né per somma né per moltiplicazione. E’ l’ultimo numero delle cifre decimali che rappresentano il cammino evolutivo dell’uomo.Al cuore di questo nuovo progetto vi èuna chiara simbologia numerica:3 gruppi di artisti, 3 curatori, 3 associazioni promotrici. 3 energie al quadrato che nel loro moltiplicarsioriginano una forza superiore che al tempo stesso le amplifica e supera singolarmente. I 3 gruppi di artisti saranno i costruttori, le 3 associazioni le fondamenta e i 3 curatori il cemento necessario a tenere tutto insieme. TUFANO , che come artista Fluxus si mostra sempre fluido e in divenire, ha fatto suo il concetto di opera d’arte totale che racchiude in sé ed esprime in un sol colpo tutte le arti, superando ogni confine e categoria. Da anni delega ad altri di occupare il suo spazio ed anche in questo caso quando il presidente dell’associazione culturale V.Giamporcaro gliene offre uno per allestire una propria personale, l’artista gira l’invito coerentemente con la sua vecchia filosofia del Creare Lasciando Creare. L’artista ha ormai acquisito la consapevolezza del fatto di essere null’altro che un piccolo tassello di un mosaico molto più grande, in cui ciascuna tessera è unica e speciale, ma soltanto nell’armonia del tutto è possibile apprezzare la figura scaturita e ammirarne tutta la completezza.Offrire ad altri la possibilità diriempire un vuoto, non accontentandosi di occuparlo da sé dona all’ altro l’opportunità di esserne a propria volta l’autore; e così crea la propria opera lasciando agli altri il modo di creare la propria. Il teatro in cui si svolge la scena è proprio l’isola di Pantelleria, attorno alla quale queste triplici energie creative si concentrano. Perché non si tratta solo di un’isola dallo splendido mare e dai pregiati prodotti, ma è molto di più; è questo che TUFANO da anni cerca di portare alla luce, di mettere allo scoperto le enormi potenzialità del territorio e dei suoi abitanti e renderli consapevoli e capaci di valorizzare ciò che la natura gli offre.Inaugurazione sabato 30 luglio 2016 ore 19,00 con la proiezione di un video “mostra di scultura su pantellerite” di Franca Koprenig.La mostra prosegue sino all’8 agosto con i seguenti orari 10,00 alle ore 12,00 e dalle 19,00 alle 22,00 tutti i giorni festivi compresi.Tufanostudio25
Viale Col di Lana, 14 – 20136 MILANO
ContradaRukia54
Tel:38042772384/3279891518
MAGNETIKZONE
25 Luglio 2016Il 27 Luglio presso il Museo Civico di Torre di Ligny di Trapani si inaugura
MAGNETIKZONE
A cura di Amerigo De Agostini
progetto internazionale ideato da Antonio Sammartano e Darine Rajhi,
tenutosi in precedenza a Taiwan e Budapest.
Una mostra di arte contemporanea e una discesa in campo dell’omonima associazione che da anni è attiva anche nella città di Trapani in Sicilia.
La mostra, che invita a confrontarsi artisti italiani e internazionali, rientra nei progetti di diffusione e valorizzazione della creatività artistica contemporanea proposti negli anni dall’associazione.
MAGNETIKZONE, con il suo attivismo militante, si pone come riferimento per artisti italiani ed internazionali, affermati ed emergenti, allo scopo di creare un dibattito sul valore e sul significato dell’arte contemporanea oggi.
Obiettivo della mostra, e più in generale dei progetti di MAGNETIKZONE, è quello di rendere il valore dell’arte contemporanea comprensibile e accessibile a tutti, anche ai più apparentemente lontani da essa.
Le convinzioni da cui il progetto muove sono quelle di un’arte libera da pregiudizi e dogmatismi: un’arte che può sorprendere, vincere l’indifferenza e favorire sguardi inaspettati sul mondo che ci circonda. La sensibilità artistica che MAGNETIKZONE vuole diffondere non è un modo fantasioso e astratto di guardare le cose, bensì un concreto strumento di riflessione sulle tensioni che muovono noi stessi, le persone, nella società.
Gli artisti invitati lavorano su temi diversi e ognuno con il proprio stile: astratto, figurativo,installazione, scultura. Molteplici tendenze sono presenti. Gli artisti, di generazioni e provenienza diverse sono tuttavia accomunati da un’attenzione alla dimensione interiore, di cui la loro arte è tramite.
La mostra propone le opere di:
Il confronto tra artisti della scena internazionale con giovani artisti di Trapani è il punto focale della manifestazione: un campo magnetico all’interno del quale linguaggi opposti si attraggono, e che vuole estendere la sua forza attrattiva su tutto il territorio chiamando la collettività a partecipare.Per la durata della mostra la splendida Torre di Ligny, protesa nel mare, tornerà alla sua antica funzione di vedetta, non più a vigilare sull’arrivo di navi nemiche, ma ad avvistare all’orizzonte l’importanza della creatività artistica.
MAGNETIKZONE
-inaugurazione 27 Luglio ore 19.00 presso il Museo Civico di Torre di Ligny di Trapani
-orario: da martedì a domenica ore 10.30 - 13 e 16.30 - 19.30
-via Torre Di Ligny (91100)
-magazziniarteitaly@libero.it
-https://www.facebook.com/magazzinidellartecontemporaneatrapani/
MINIMA - azioni contemporanee
13 Luglio 2016“MINIMA - azioni contemporanee”
a cura di
Antonio Vitale, Giovanna Susan, Francesco Piazza
inaugurazione - venerdì 15 luglio, ore 18.30
SAC – S. Agostino Contemporanea / di Palazzo Bellomo
Via Nizza 14, Ortigia – Siracusa
La mostra collettiva dal titolo “MINIMA… azioni contemporanee”, visitabile presso gli spazi del – SAC / S. Agostino Contemporanea di Palazzo Bellomo – a cura di Giovanna Susan, Antonio Vitale e Francesco Piazza si racconta attraverso la voce diversamente narrante di ventitré interpreti del panorama artistico non solo nazionale.
Una lettura eclettica del testo contemporaneo con timbri espressivi densi, personali e a volte distanti, comunicati attraverso la pittura, il disegno, la fotografia, la scultura, e le diverse tecniche miste.
Le opere in mostra interpretano “MINIMA…” in maniera differente rispondendo al suo richiamo per formato, segno, luogo, orizzonte, senso o evasione.
“MINIMA… azioni contemporanee” un’architettura della complessità che trova nella diversità delle opere dei suoi interpreti un sicuro ed efficace strumento di “ricchezza” per arrivare, percorrendo la strada “minima”, a interrogare il nostro gusto e ad alimentare il nostro spirito critico rispetto alle “cose” del mondo.
MINIMA
azioni contemporanee
mostra a cura di
Giovanna Susan, Antonio Vitale, Francesco Piazza
opere di
Michele Alfano // Turi Aquino // Maryam Bakhtiari // Xante Battaglia // Saverio Bertrand // Bona // Beppe Burgio // Momò Calascibetta // Calusca // Gino Casavecchia // Atanasio Giuseppe Elia // Raimondo Ferlito // Francesco Fiorista // Francesco Giglia // Torquato La Mattina // Sonia Lo Bue // Saverio Magistri // Melchiorre Napolitano // Salvatore Salamone // Franco Spena // Giusto Sucato // Armando Romeo Tomagra // Valentino Vago
Inaugurazione – venerdì 15 luglio, ore 18.30
SAC – S. Agostino Contemporanea
Via Nizza 14, Ortigia – Siracusa
https://www.facebook.com/events/1048790208507595/
Mostra visitabile fino a sabato 17 settembre 2016
giorni ed orari
venerdì e sabato
dalle 14.30 alle 18.30
INGRESSO LIBERO / FREE ENTRY
PER INFO
Galleria Regionale di Palazzo Bellomo
Via Capodieci, 14-16
Ortigia, Siracusa
tel.: +39 0931 69511
fax: +39 0931 69529
e-mail: urp.gall.bellomo@regione.sicilia.it
Momeide
22 Aprile 2016MOMEIDE
Sentinelle: nuova scuola siciliana
16 Dicembre 2015Sentinelle
Nicolò Morales
Daniela Balsamo
Momò Calascibetta
Ignazio Schifano
Roberto Fontana
Dalila Belato